La Commissione Affari Costituzionali alla Camera, in data 9 marzo, ha dato parere favorevole ad un testo di legge che porterebbe una nuova riforma della cittadinanza italiana e introducendo lo Ius Scholae.
Ma cos’è lo Ius Scholae?
Si tratta di una norma contenuta nel testo base per la riforma della cittadinanza italiana, che consentirebbe ai minori figli di cittadini extracomunitari di ottenere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato almeno cinque anni di scuola. Ma anche per quei ragazzi e ragazze che siano arrivati in Italia prima di aver compiuto i 12 anni di età.
A differenza dello Ius soli, che prevederebbe l’acquisizione automatica della cittadinanza per chiunque nasca in quel paese (come accade negli Stati Uniti d’America per esempio), lo Ius Scholae prevederebbe che si acquisisca il diritto alla cittadinanza dopo aver terminato un percorso di studi in Italia.
Cosa prevedono le leggi attuali sulla cittadinanza
Attualmente in Italia il diritto alla cittadinanza è regolato dallo Ius sanguinis.
Questo signfica che per ottenere automaticamente la cittadinanza italiana che almeno uno sei genitori sia cittadino italiano.
I figli nati in Italia da genitori stranieri possono diventare cittadini italiani per dichiarazione se risiedono legalmente ed ininterrottamente fino ai 18 anni in Italia, a condizione che la richiesta venga fatta entro un anno dal compimento dei 18 anni (quindi entro il compimento del 19esimo anno di età).
Si può fare domanda per la cittadinanza anche se si è svolto il servizio militare di leva in Italia o il servizio civile, o se è presente un antenato italiano morto dopo il 1861.
Altri modi per ottenere la cittadinanza sono:
- per naturalizzazione (residenza),
- per matrimonio o unione civile con un cittadino italiano,
- su richiesta se nati in territori precedentemente italiani o appartenenti all’Impero Austro-Ungarico (in quest’ultimo caso il termine ultimo per fare richiesta è scaduto nel 2010).
Cosa prevede lo Ius Scholae
La cittadinanza italiana viene acquisita dal “minore straniero nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età” a condizione che abbia risieduto “legalmente e senza interruzioni” e che “abbia frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anno, o più cicli scolastici” o “percorsi di istruzione e formazione professionale“
La richiesta deve essere avanzata dai genitori all’ufficiale di stato civile del comune di residenza del minore, che va poi annotato nel registro di stato civile.
Differenze Ius Soli e Ius Scholae
Per ius scholae si intende il diritto a prendere la cittadinanza di un paese in cui si studia.
È diverso infatti dallo ius soli e dallo ius sanguinis.
IUS SOLI
Non tutti i paesi riconoscono lo ius soli: si tratta infatti del diritto di cittadinanza per nascita. Accade per esempio negli Stati Uniti, dove basta nascere sul territorio statunitense per avere, in automatico, la cittadinanza.
In Italia lo ius soli è stato a lungo, e in parte ancora è, in discussione, proprio per l’alto numero di stranieri residenti regolarmente nel paese.
Per ora però non sembra un’ipotesi che verrà presa in considerazione.
In ogni caso, l’Italia non è l’unico paese a non applicare questo diritto, mentre in alcuni stati europei viene applicato in maniera ridotta, per esempio per quei bambini che nascono da genitori stranieri nel paese e poi ci vivono regolarmente per alcuni anni.
LO IUS SANGUINIS
Lo ius sanguinis è invece il diritto alla cittadinanza per eccellenza, per cui il minore prende la cittadinanza dei genitori, anche qualora fossero più di una.
Per esempio, un bambino nato in Italia da genitori con passaporto marocchino sarà automaticamente marocchino, mentre nel caso di un genitore marocchino e l’altro italiano avrebbe entrambe le cittadinanze, a prescindere dal luogo di nascita.
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Con questo articolo spero di averti chiarito cos’è la Cittadinanza Ius Scholae: nuova legge per i minori.
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Avvocato del Foro di Forlì-Cesena • Fondatore e Titolare del sito avvocatofrancescolombardini.it
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