Nell’articolo di oggi andiamo a scoprire tutto quello che devi sapere sul ricongiungimento familiare cittadino italiano.
INDICE
- Ricongiungimento familiare cittadino italiano
- Come fare il ricongiungimento con un cittadino italiano
- Alloggio e reddito
- Diritti e Doveri
- Ingresso in Italia
- Documenti necessari per la Carta di soggiorno per familiare dell’UE
- Domande frequenti
- Serve un reddito e una casa?
- Il divorzio e l’annullamento del matrimonio dei cittadini dell’Unione incidono sul diritto di soggiorno dei loro familiari?
- La morte del cittadino dell’Unione o la sua partenza dal territorio nazionale causano problemi sul diritto di soggiorno dei suoi familiari?
- Il diritto di ingresso e soggiorno dei familiari dei cittadini dell’Unione può essere limitato?
- Ho la cittadinanza italiana, posso portare mia moglie in Italia?
- Ho la cittadinanza italiana, posso portare mia sorella in Italia?
- Sono italiano, posso portare mia suocera in Italia?
Prima di leggere l’articolo
Ricongiungimento familiare cittadino italiano
Il cittadino comunitario o italiano o il cittadino straniero che ha ottenuto la cittadinanza italiana può ricongiungere i propri familiari attraverso il ricongiungimento familiare con il cittadino italiano.
Occorre precisare, tuttavia, che il termine corretto è coesione del familiare straniero con cittadino italiano/comunitario, questo perché il “ricongiungimento” avviene direttamente in Italia, senza necessità di particolari formalità.
Quali sono i familiari che il cittadino italiano può portare in Italia?
A differenza del ricongiungimento familiare c.d. classico ovvero quello che viene fatto dai cittadini extracomunitari; il ricongiungimento cittadino italiano prevede che si possano far entrare in Italia i familiari individuati dall’art. art. 2 del Decreto Legislativo 30/2007, e cioè:
- coniuge,
- ascendenti diretti a carico e quelli del coniuge,
- discendenti diretti di età inferiore a 21 anni o a carico e quelli del coniuge
- ogni altro familiare (es. fratello o sorella, cognato/a, ecc..), se è a carico o convive nel paese di provenienza con il cittadino italiano o se gravi motivi di salute impongono che il cittadino italiano lo assista personalmente
Come potete vedere nel ricongiungimento familiare cittadino italiano i figli possono avere fino a 21 anni: questa è la prima e grande differenza con il ricongiungimento familiare che invece impone che i figli non abbiamo raggiungo gli anni 18!
Cosa significa ogni altro familiare?
Ogni altro familiare significa che non c’è alcun limite al grado di parentela. L’unica condizione è che “quel familiare” risulti a carico.
E’ incluso in tale categoria anche il minore affidato con Kafala ad un cittadino UE che quindi non rientra nella nozione di discendente diretto di cui all’art. 2, punto 2, lett. c) dir. 2004/38.
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno qualificato il minore affidato con kafalah al cittadino italiano come “altro familiare” ai sensi dell’art. 3 del d.lgs. 30/2007 (Cass. – SU 10.07.2012/16.09.2013 n. 21108).
Cosa significa familiare a carico?
Familiare a carico significa che il cittadino dell’unione mantiene il familiare che si trova all’estero.
La prova del familiare a carico può essere fornita attraverso il versamento di somme di denaro al proprio discendente, necessario a quest’ultimo per sopperire ai suoi bisogni essenziali nello Stato di origine.
Se il familiare ha già delle risorse economiche nel paese di origine, non è un problema. Sentenza Reyes del 16.01.2014, causa C-423/12.
Come fare il ricongiungimento con un cittadino italiano
Bisogna chiedere il nulla osta al ricongiungimento anche se il richiedente è cittadino italiano?
No assolutamente, il ricongiungimento familiare con cittadino italiano non prevede l’inoltro della domanda tramite lo sportello unico dell’immigrazione (come invece è previsto per il ricongiungimento familiare da parte di cittadini stranieri residenti in Italia) e quindi non è necessario ottenere il nulla osta ricongiungimento familiare , ma si potrà richiedere direttamente il visto.
È la Direttiva 2004/38/CE, recepita dal nostro ordinamento con il D.Lgs del 6 febbraio 2007 n. 30, a disciplinare questa possibilità.
A differenza del ricongiungimento familiare tra cittadini extracomunitari, la procedura prevista per il ricongiungimento con un cittadino italiano è molto più semplice e rapida.
Non è infatti necessario ottenere il nulla osta da parte dello Sportello Unico Immigrazione, ma il familiare extra UE deve fare richiesta di visto presso il Consolato o l’Ambasciata del paese nel quale intendono recarsi.
Come si richiede il visto?
I familiari stranieri del cittadino italiano per poter entrare in Italia ed esercitare il diritto di soggiornare nel territorio nazionale devono essere in possesso del visto d’ingresso qualora previsto (cfr. Reg. CE 539/2001).
Il Visto andrà richiesto dal familiare straniero nel paese di origine presso la competente autorità consolare italiana dimostrando il vincolo di parentela/coniugio con il cittadino italiano.
In base alla Circolare del Ministero dell’Interno dell’8 agosto 2013, i familiari di cittadini comunitari hanno diritto a un visto Schengen di breve durata (fino a 90 giorni, di tipo C per turismo, con ingressi multipli) senza dover pagare alcun costo e la domanda dovrà essere evasa con priorità rispetto a tutte le altre richieste di visto.
Tale visto, oltre a consentire i soggiorni di breve durata (quelli cioè fino a un massimo di 90 giorni), dà la possibilità di richiedere la Carta di soggiorno UE per familiari di cittadini dell’Unione, titolo al soggiorno specifico per queste categorie di persone.
Il familiare straniero di cittadino italiano deve necessariamente ottenere un visto per entrare in Italia?
Non necessariamente, il cittadino straniero di paese non aderente all’UE, familiare di cittadino Ue che si presenta alla frontiera senza un visto di ingresso, a differenza del cittadino straniero che non ha familiari Ue, gode di un termine di grazia di 24 ore per presentare visto e passaporto (oppure la documentazione che prova il diritto di ingresso e soggiorno per la sua qualità di familiare), senza essere immediatamente respinto.
Alloggio e reddito
Occorre avere un alloggio idoneo?
No, a differenza del ricongiungimento familiare con il cittadino extraue dove l’idoneità alloggiativa è un requisito necessario per ottenere il nulla osta, nel caso in cui si tratti di un cittadino italiano non è richiesta alcuna documentazione che attesti o meno l’idoneità dell’alloggio.
Occorre che il cittadino italiano abbia un reddito preciso?
No, anche in questo caso il reddito non è un requisito richiesto, tuttavia affiche il cittadino straniero familiare di cittadino italiano possa ottenere la carta di soggiorno quale familiare di cittadino ue, occorre che il cittadino italiano sia in grado di mantenerlo (quindi occorre allegare alla richiesta di carta di soggiorno il contratto di lavoro e le buste paga) diversamente il familiare extra ue potrà ottenere un permesso per motivi familiari ex art. 19 (di cui ho già parlato in un altro articolo!).
Diritti e Doveri
Che titolo di soggiorno ha diritto ad avere il familiare di cittadino italiano dopo il ricongiungimento?
Il familiare extracomunitario del cittadino comunitario, che non ha la cittadinanza di uno Stato membro, deve richiedere alla Questura competente per territorio la carta di soggiorno UE per familiare di cittadino dell’Unione Europea che ha una validità di 5 anni.
Cosa deve fare il familiare del cittadino italiano una volta entrato in Italia?
Per prima cosa occorre sottoscrivere la comunicazione di ospitalità (cessione di fabbricato) – comunicazione scritta ai sensi dell’art. 7 del D.L.gsv. 286/1998 entro 48 ore, all’Autorità locale di pubblica sicurezza e la dichiarazione di mantenimento.
Successivamente potrà richiedere alla Questura competente (in base al luogo di domicilio/residenza del familiare cittadino Italiano) la carta di soggiorno quale familiare di cittadino dell’unione.
Ingresso in Italia
I familiari entranti in Italia – entro tre mesi dall’ingresso nel territorio nazionale – dovranno richiedere alla Questura competente per territorio di residenza la «Carta di soggiorno di familiare di un cittadino dell’Unione» cha avrà validità di 5 anni.
Più nello specifico, lo straniero entro tre mesi dall’ingresso nel territorio nazionale dovrà:
- richiedere alla competente Questura, la Carta di soggiorno per familiari UE, presentando i documenti richiesti dal D.Lgs. 30/2007.
Documenti necessari per la Carta di soggiorno per familiare dell’UE
Quali sono i documenti per richiedere la carta di soggiorno dopo l’ingresso in Italia?
Per avere la carta di soggiorno occorrono i seguenti documenti ricongiungimento familiare:
- marca da bollo da € 16,00;
- passaporto in corso di validità (e copia delle pagine coi dati anagrafici e la scadenza, visti e timbri);
- 4 fototessere del richiedente, più 4 fototessere degli eventuali figli minori degli anni 14 da inserire nel permesso di soggiorno (i figli devono essere presenti alla convocazione);
- codice fiscale solo se già in possesso;
- certificazione attestante l’attuale dimora;
- dichiarazione di ospitalità;
- certificati rilasciati dall’autorità competente del Paese di origine o di provenienza attestanti la qualità di familiare (ad es. atto di matrimonio, certificato di nascita etc…) oppure
- documentazione attestante i mezzi di sostentamento del familiare che mantiene il richiedente: ultima dichiarazione dei redditi o C.U.
- fotocopia di un documento di identità del coniuge/parente italiano/comunitario o di chi ne fa le veci (se minore);
- solo per cittadini dell’Unione Europea non italiani anche: richiesta o attestazione di iscrizione anagrafica o attestazione di soggiorno permanente;
Leggi anche la guida completa: Documenti carta di soggiorno
Che durata ha la carta di soggiorno?
Al primo rilascio la carta di soggiorno avrà una durata di 5 anni, mentre al secondo rinnovo, la questura rilascerà una carta di soggiorno permanente per familiare di cittadini europei.
Carta di soggiorno permanente
Prima della scadenza dei 5 anni, è possibile ottenere dalla Questura competente, una carta di soggiorno permanente, che dovrà essere rilasciata entro 90 giorni dalla richiesta.
Per ottenerla, bisogna dimostrare di aver soggiornato legalmente in via continuativa per 5 anni in Italia unitamente al cittadino dell’Unione.
Conclusioni
Con questo articolo spero di averti chiarito tutto ciò che volevi sapere riguardo il ricongiungimento familiare cittadino italiano.
Domande frequenti
ricongiungimento familiare con cittadino italiano
Serve un reddito e una casa?
Il divorzio e l’annullamento del matrimonio dei cittadini dell’Unione incidono sul diritto di soggiorno dei loro familiari?
Secondo l’art. 12 del D.Lgs del 2007, il divorzio e l’annullamento del matrimonio con il cittadino dell’Unione non comportano la perdita del diritto al soggiorno a condizione che (sono alternative tra loro):
- abbiano acquisito il diritto al soggiorno permanente;
- il matrimonio è durato almeno tre anni, di cui almeno 1 anno nel territorio nazionale, prima dell’inizio del procedimento di divorzio o annullamento;
- il coniuge non avente la cittadinanza di uno Stato membro ha ottenuto l’affidamento dei figli del cittadino dell’Unione in base ad accordo tra i coniugi o a decisione giudiziaria;
- l’interessato risulti parte offesa in procedimento penale, in corso o definito con sentenza di condanna, per reati contro la persona commessi nell’ambito familiare;
- il coniuge non avente la cittadinanza di uno Stato membro beneficia, in base ad un accordo tra i coniugi o a decisione giudiziaria, di un diritto di visita al figlio minore, a condizione che l’organo giurisdizionale ha ritenuto che le visite devono obbligatoriamente essere effettuate nel territorio nazionale, e fino a quando sono considerate necessarie.
La morte del cittadino dell’Unione o la sua partenza dal territorio nazionale causano problemi sul diritto di soggiorno dei suoi familiari?
Secondo l’art. 11 del D.Lgs del 2007, il decesso o la partenza del cittadino dell’Unione non comportano la perdita del diritto al soggiorno a condizione che:
- abbiano acquisito il diritto al soggiorno permanente;
- abbiano soggiornato nel territorio nazionale per almeno un anno prima del decesso del cittadino dell’Unione;
- dimostrino di esercitare un’attività lavorativa subordinata od autonoma;
- dispongano per sé e per i familiari di risorse sufficienti per non divenire un onere per il sistema di assistenza sociale dello Stato;
- dispongano di una assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nello Stato;
- dimostrino di fare parte di un nucleo familiare, già costituito nello Stato, cui una persona soddisfi tali condizioni.
Il diritto di ingresso e soggiorno dei familiari dei cittadini dell’Unione può essere limitato?
Ho la cittadinanza italiana, posso portare mia moglie in Italia?
Ho la cittadinanza italiana, posso portare mia sorella in Italia?
Sono italiano, posso portare mia suocera in Italia?
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Questo articolo è stato scritto da:
Avvocato del Foro di Forlì-Cesena • Fondatore e Titolare del sito avvocatofrancescolombardini.it
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