Nell’articolo di oggi parliamo del ricorso in caso di diniego della Cittadinanza italiana.
Se ti è stata negata la Cittadinanza Italiana e vuoi scoprire come comportarti, continua a leggere!
INDICE
- Rigetto e diniego della domanda di cittadinanza italiana
- Cosa significa rigetto e diniego della cittadinanza italiana?
- Rigetto e diniego domanda cittadinanza italiana per residenza
- Rigetto e diniego domanda cittadinanza italiana per matrimonio
- Diniego cittadinanza italiana e ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale)
- Ricorso al tribunale cittadinanza italiana entro quanto tempo?
- Quanto costa il ricorso al tar per la cittadinanza italiana?
- Dopo quanto tempo si può presentare una nuova domanda di cittadinanza?
Rigetto e diniego della domanda di cittadinanza italiana
La concessione della cittadinanza italiana è un atto amministrativo e comporta un’ampia discrezionalità della Pubblica Amministrazione.
In particolare il Ministero dell’Interno e gli altri uffici coinvolti (Prefettura e Questura) devono accertare che il richiedente si è effettivamente integrato nella collettività e nel tessuto sociale dello Stato Italiano, condividendone i valori fondanti e le norme penali del nostro ordinamento.
Prima di leggere
Cosa significa rigetto e diniego della cittadinanza italiana?
Diniego e rigetto della cittadinanza italiana significa che l’Amministrazione, sulla base degli elementi raccolti, ritiene che lo straniero non possiede tutti requisiti di legge per la concessione dello status di cittadino italiano, oppure non risulta integrato nel tessuto nazionale e dunque decide di emettere prima un preavviso di rigetto e poi un provvedimento definitivo di rigetto della cittadinanza.
Il Ministero dell’Interno decide per il rigetto o il diniego della cittadinanza italiana quando sussistono delle mancanza in uno o più requisiti per la cittadinanza italiana: elementi che sono indispensabili per poter ritenere il cittadino straniero integrato nello Stato Italiano e quindi idoneo a diventare cittadino italiano.
Rigetto e diniego significa non voler attribuire allo straniero lo status di cittadino, con i benefici, i diritti e i doveri che ne conseguono.
Rigetto e diniego domanda cittadinanza italiana per residenza
I motivi principali per i quali il Ministero dell’Interno rigetta la domanda di cittadinanza italiana per residenza si basano sulla mancanza dei fondamentali requisiti.
Infatti, la mancanza di uno solo di questi, comporta automaticamente il rigetto della pratica di cittadinanza italiana.
I requisiti necessari per ottenere la cittadinanza italiana per residenza (naturalizzazione) sono:
- residenza legale anagrafica, continuativa e ininterrotta, per il periodo fissato dalla legge (art. 9, legge 5 febbraio 1992 n. 91), che in via ordinaria, per i cittadini extra-ue, corrisponde a 10 anni;
- redditi sufficienti (avuto riguardo alle risorse del nucleo familiare convivente), ovvero: euro 8.263,31 per il richiedente di stato libero, euro 11.362,05 per il richiedente con coniuge a carico, euro 516,00 da sommare per ogni figlio a carico. Leggi l’articolo sul Reddito per la Cittadinanza italiana;
- assenza di precedenti penali e più in generale di problemi con le forze dell’ordine (anche semplici denunce, querele, notizie di reato, possono pregiudicare il buon esito della domanda di cittadinanza).
Le cause di rigetto della domanda di cittadinanza per residenza
- i buchi di residenza (cioè manca la continuità dell’iscrizione anagrafica e quindi l’assenza del requisito della durata della residenza in Italia);
- la carenza del reddito sia dei tre anni precedenti che di tutti quelli successivi e fino alla concessione della cittadinanza italiana;
- i precedenti penali personali e precedenti penali dei familiari conviventi.
Se tu o i tuoi familiari che convivono con te nella stessa abitazione avete commesso, anche in passato, dei reati è fondamentale procedere immediatamente con la riabilitazione penale. Solamente in questo modo sarà possibile ottenere la cittadinanza italiana. L’estinzione del reato non basta!!!
Attenzione tante (troppe) volte il Ministero dell’Interno sbaglia! E valuta questi requisiti in modo arbitrario, senza alcuna motivazione logico-giuridica e, pertanto, il provvedimento di rigetto e diniego della cittadinanza italiana è illegittimo!
Rigetto e diniego domanda cittadinanza italiana per matrimonio
Nella cittadinanza italiana per matrimonio la discrezionalità della Pubblica Amministrazione è molto limitata e questo è un elemento che gioca a nostro favore.
Come vi ho già spiegato nei requisiti la domanda di cittadinanza per matrimonio può essere presentata:
- dopo 2 anni dal matrimonio, se il richiedente risiede in Italia, o
- dopo 3 anni se invece risiede all’estero.
- i termini sono ridotti della metà in caso di presenza di figli.
Affinché la domanda possa essere presentata è’ necessario che il matrimonio sia stato trascritto in Italia.
La cittadinanza per matrimonio non implica un giudizio discrezionale sull’integrazione dello straniero, e pertanto può essere negata solo in presenza di vizi concreti stabiliti dalla legge.
Le cause di diniego della cittadinanza italiana per matrimonio
- la validità e l’efficacia del vincolo coniugale: la cittadinanza non può essere concessa se nelle more del procedimento dovesse sopraggiungere il divorzio o la separazione dei coniugi, oppure nel caso in cui il matrimonio sia ritenuto “di comodo”, o fittizio.
- l’esistenza di gravi reati e precedenti penali, come elencati all’art. 6, comma 1, della legge 5 febbraio 1992 n. 91, vale a dire: “a) la condanna per uno dei delitti previsti nel libro secondo, titolo I, capi I, II e III del codice penale; b) la condanna per un delitto non colposo per il quale la legge prevede una pena edittale non inferiore nel massimo a tre anni di reclusione, ovvero la condanna per un reato non politico ad una pena detentiva superiore ad un anno da parte di una autorità giudiziaria straniera, quando la sentenza sia stata riconosciuta in Italia; c) la sussistenza, nel caso specifico, di comprovati motivi inerenti alla sicurezza della Repubblica.”
Infine vale sia per la domanda di cittadinanza per residenza che per matrimonio, l’obbligatorietà della conoscenza della lingua italiana, la cui mancanza di tale requisito comporterà il rigetto della domanda di cittadinanza italiana.
Infatti il nuovo art. 9.1 della legge 5 febbraio 1992 n. 91, introdotto dal decreto legge 4 ottobre 2018 n. 113 (decreto sicurezza), convertito con legge 1 dicembre 2018 n. 132, ha positivizzato un requisito che era solamente implicito, ovvero la conoscenza della lingua italiana a livello B1.
Il problema non tocca chi è titolare di un permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo UE, o chi ha sottoscritto l’accordo di integrazione di cui all’articolo 4-bis del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286”, avendo già effettuato l’esame e conseguito la relativa certificazione.
Diniego cittadinanza italiana e ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale)
Vediamo ora tutto quello che devi sapere sul diniego cittadinanza italiana ricorso.
Quando il Ministero dell’Interno decide di respingere la domanda di cittadinanza italiana lo fa con un provvedimento di rigetto che viene comunicato al cittadino straniero tramite il portale online di invio della domanda, oppure all’email indicata al momento di registrazione per l’invio della domanda di cittadinanza italiana.
Nelle fasi della cittadinanza italiana troverete la dicitura: “pratica definita con provvedimento di respingimento“.
Questo significa che la vostra domanda di cittadinanza italiana è stata rigettata dal Ministero dell’Interno.
Successivamente a questa comunicazione riceverete anche la motivazione, cioè il perché la vostra domanda di cittadinanza è stata rifiutata.
In questa fase è fondamentale rivolgersi ad un Avvocato cittadinanza che si occupa di diritto degli stranieri e immigrazione.
Infatti solamente un Avvocato Immigrazione potrà aiutarvi nell’ottenere la cittadinanza italiana tramite il ricorso al Tribunale contro il provvedimento di rigetto e rifiuto della domanda di cittadinanza italiana per residenza o per matrimonio.
Ricorso al tribunale cittadinanza italiana entro quanto tempo?
Il ricorso al Tribunale contro il provvedimento che ha rifiutato la domanda di cittadinanza italiana deve essere presentato entro e non oltre il termine di 60 giorni dal ricevimento della comunicazione.
Solamente un Avvocato può presentare il ricorso al Tribunale e difendere il vostro diritto a diventare cittadino italiano.
E’ possibile anche presentare, nel termine di 120 giorni, il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Quanto costa il ricorso al tar per la cittadinanza italiana?
Il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale in caso di rigetto, rifiuto e diniego della domanda di cittadinanza Italiana richiede l’ausilio di un Avvocato che si occupa di diritto dell’immigrazione e che abbia un’ottima conoscenza della legge che regola il diritto degli stranieri di ottenere la cittadinanza italiana.
I costi da sostenere sono divisi in due: una parte destinata allo Stato che dovrà essere pagata nel momento in cui si deposita il ricorso al Tribunale ed è prevista in misura fissa di Euro 300,00 (contributo unificato) e un’altra parte, in misura variabile, destinata all’Avvocato che si occuperà di studiare il vostro caso, i documenti, la domanda presentata, di predisporre il ricorso al Tribunale, depositarlo e di discutere l’udienza direttamente nelle aule del Tribunale Amministrativo del Lazio – Roma.
Tutti i costi che avrete sostenuto verranno inseriti nell’atto di ricorso e chiesti direttamente allo Stato Italiano che sarà poi costretto a rimborsarvi interamente (in caso di soccombenza), insieme agli interessi e ai danni che vi ha causato, nel momento in cui il Giudice Amministrativo del Tribunale deciderà positivamente il ricorso e quindi obbligherà il Ministero ed emanare il decreto di concessione della Cittadinanza Italiana.
Dopo quanto tempo si può presentare una nuova domanda di cittadinanza?
Se la domanda di cittadinanza italiana è stata rigettata, rifiutata o negata, dopo il provvedimento di diniego si può presentare una nuova domanda di cittadinanza solo dopo il decorso di 1 anno dalla notifica del rigetto.
Se la domanda è stata rigettata per motivi di sicurezza, la domanda di cittadinanza può essere ripresentata dopo 5 anni dalla notifica del rigetto.
NOTA BENE!!!
Se invece hai solamente ricevuto un preavviso di rigetto della tua domanda di cittadinanza italiana, contattami subito, abbiamo solo 10 giorni di tempo per far cambiare idea alla Pubblica Amministrazione ed evitare un rigetto della tua domanda di cittadinanza italiana! Evitare il rigetto della domanda di cittadinanza italiana significa anche evitare il ricorso al Tribunale e quindi risparmiare nei costi!
Ho scritto altre guide molto interessati sull’argomento cittadinanza italiana, dagli un’occhiata:
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